Indagine sulle Riforme Istituzionali

L’indagine sulle riforme istituzionali è riferita ai cittadini italiani in età da 18 anni in su.

La popolazione di riferimento è costituita da tutti i componenti, con età maggiore o uguale a 18 anni, delle famiglie residenti in Italia. Unità di analisi sono le famiglie italiane, mentre unità di rilevazione sono i singoli individui considerati rappresentanti della propria famiglia. Una volta definita la popolazione, si è proceduto all’individuazione della corrispondente lista contenente singolarmente tutte le unità a essa appartenenti.

Identificati gli obiettivi dell’indagine dello studio nei possibili legami tra sussidiarietà e riforme costituzionali, si è proceduto a strutturare il questionario in 40 domande prevalentemente a risposta chiusa, con l’intento di rendere più facile la rilevazione dei dati basata su interviste somministrate mediante il sistema CATI.

L’indagine si concentra sui seguenti temi:

  •  Profilo socio-economico dell’intervistato;
  • Metodo delle riforme;
  • Domande sul Bicameralismo;
  • Funzionamento e rapporto tra gli organi costituzionali;
  • Partecipazione politica e sistema elettorale;
  • Regionalismo ed Enti locali

La presente indagine costituisce un valido esempio di quell’approccio che oggi va sotto il nome di civic auditing, e che si va sempre più diffondendo nei Paesi europei quale fondamentale strumento per la partecipazione dei cittadini alla vita delle moderne democrazie. I metodi dell’analisi multidimensionale utilizzati in questo studio si rivelano parallelamente raffinati strumenti di supporto alle decisioni della politica. I fattori strutturali derivati dall’analisi delle corrispondenze multiple e dalla cluster analysis rappresentano una vera e propria bussola delle riforme che si può riassumere principalmente nelle direttrici dell’istruzione e della sussidiarietà da un lato, e dell’età-occupazione dall’altro. Si tratta, cioè, dei fattori che condizionano maggiormente le scelte degli intervistati rispetto alle modalità di riforma preferite e al loro livello di gradimento.

In questa prospettiva, si può pervenire a una riforma non calata dall’alto, ma basata su un approccio partecipato dalla società civile, che abbia al centro gli interessi dei cittadini e che porti a un ridisegno dal basso dell’assetto istituzionale e della macchina statale. Tutto questo con l’obiettivo non di indebolire il ruolo dello Stato, ma di renderlo più leggero, decentrato ed efficiente, in modo che i bisogni dei cittadini siano soddisfatti dai livelli di governo a loro più vicini e lo Stato centrale possa occuparsi degli interessi più generali della nazione e della collettività, anche verso l’esterno, nonché del sistema delle regole e delle garanzie a tutela della libertà e uguaglianza di tutti i cittadini; uno Stato, infine, che possa gestire meno direttamente i servizi pubblici aprendo alla partecipazione di soggetti privati (profit e non profit) anche in rete con soggetti pubblici, puntando sulla soddisfazione dei cittadini basata sulle prospettive della qualità e del miglioramento continuo.